martedì 8 maggio 2012

IL PROGRAMMA DEL GOVERNO PER L'OCCUPAZIONE: PROMESSE E FATTI.

Secondo voi, amici lettori, quanti di questi impegni sono stati rispettati e in che modo? vi sarò molto grato se vorrete postare la vostra opinione nello spazio riservato ai commenti. Vi ringrazio.

 Renato Valusso


Da LASTAMPA.it del 24/11/2011

Le priorità del mercato del lavoro nell'agenda del nuovo governo.
Dai contratti flessibili agli ammortizzatori sociali, dall'orientamento alla riforma della formazione.

di WALTER PASSERINI

Tra qualche giorno parte il piano del lavoro del nuovo governo. Fitta è l’agenda di Mario Monti e dei ministri, che nel loro programma danno molto spazio al lavoro. Tra equità e rigore, alla ribalta ci sono, oltre alle pensioni, agli incentivi economico-finanziari e alla riforma del costo del lavoro, almeno sette priorità che riguardano l’occupazione.
Contratto unico. E’ una formula per combattere il dualismo del mercato del lavoro, oggi diviso tra chi ha tutele maggiori e chi non ne ha alcuna. La proposta che incontra il favore di molti ha due versioni, quella di Tito Boeri e Pietro Garibaldi e quella di Pietro Ichino, tendenzialmente integrabili. Il contratto unico è una forma contrattuale a tutele crescenti: i primi sei mesi di prova, i successivi 30 mesi con risarcimento economico in caso di licenziamento senza giustificato motivo; dopo i tre anni copertura con tutele piene, compresa quella del reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa. E’ una formula che intende stabilizzare i giovani e favorire il loro ingresso nel mondo del lavoro.
Statuto dei lavori. Con la riforma del lavoro era stata previsto un sistema di tutele universali per tutti, indipendentemente dal tipo di contratto posseduto, e il diritto ai servizi. Anche questa misura serve a frenare il dualismo dei diritti. L’ultima versione del precedente governo ha annacquato il sistema introducendo molte deroghe. La versione originaria prevede diritti di base per tutti (malattia, maternità, accesso al credito, equo compenso, regolarità dei contratti, diritto a un’equa previdenza), non legati al contratto di lavoro ma alla cittadinanza, compresa un’indennità per i periodi senza lavoro.
Formazione professionale. Il sistema formativo va ridisegnato, da un lato rivedendo la formula dell’apprendistato, dall’altro introducendo nuovi livelli formativi, soprattutto nella fascia post-diploma, in linea con un’offerta di formazione continua anche per adulti, siano essi al lavoro o senza lavoro. In Italia la formazione è da troppo tempo frammentata in 20 sottosistemi regionali, che agiscono spesso in maniera non coordinata. Urge una cabina di regia nazionale della formazione professionale per migliorare e rendere più efficace il sistema.
Orientamento e servizi. Sempre con un occhio soprattutto ai giovani, l’agenda prevede un rafforzamento dei tanti sportelli di orientamento sparsi per il paese, favorendo il lavoro a rete e innalzando la qualità dei servizi offerti. Lo stesso vale per i servizi all’impiego, sia pubblici che privati, che oltre all’attività di mediazione dovranno rispettare standard di servizio più elevati.
Autoimpresa. L’obiettivo è quello di favorire il passaggio dal lavoro dipendente al lavoro intraprendente, prevedendo servizi e incentivi fiscali ed economici per i giovani sotto i 35 anni, ma anche a tutti coloro che desiderano avviare e aprire una propria attività. Anche in questo caso servono nuovi servizi di accompagnamento e formazione.
Le donne. Un target su cui verrà concentrata l’attenzione sarà quello femminile. Le donne in Italia affollano l’esercito degli inattivi, spesso costrette a restare fuori dal mercato del lavoro, più per necessità che una scelta. Incentivare, oltre che le assunzioni dei giovani, l’ingresso al lavoro delle donne crea un circolo virtuoso occupazionale diretto e un indotto di servizi e attività, dagli asili nido alle strutture di cura, ai trasporti, all'organizzazione del lavoro, alla fiscalità.
Gli over 50. Infine, è previsto un intervento di accompagnamento dei lavoratori maturi rimasti senza lavoro, per una loro nuova immissione, con incentivi, formazione e servizi, nel mondo dell’occupazione, della previdenza e della cittadinanza. Molti over 50 che hanno perso il lavoro rischiano di finire sul binario morto: troppo giovani per i contributi versati e la pensione e troppo vecchi per il mondo del lavoro e le imprese.

1 commento:

  1. fatti: invece di combattere la piaga del precariato, si è istituzionalizzata la flessibilità.

    la flessibilità in un contesto di economia brillante, con nuove aziende ed opportunità che nascono, potrebbe essere un valore positivo

    in un contesto recessivo e di crisi economica e sociale, invece, va chiamate per quello che è, senza mezzi termini: strumento di sfruttamento legalizzato del lavoro e dell'essere umano

    Senza contare che l'unica vera tutela per il lavoro è la creazione di tanti nuovi posti di lavoro buono, favoriti con un piano serio e rilevante di investimenti pubblici e agevolazioni alle iniziative private di dimensioni medio piccole e ad alta intensità di lavoro.

    Nulla di nulla in questa direzione!

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