domenica 20 maggio 2012

CHE CI SIA DI MONITO QUELLO CHE STA SUCCEDENDO.

Come facciamo a non pensare che ci sia un interesse ben preciso dietro questi attentati? 
Ci vuole il coraggio di chiamare le cose con il loro nome: strategia della tensione.
Crisi economica e crisi della sicurezza sociale producono entrambe una stessa reazione emotiva: richiesta di ordine, bisogno di un salvatore, costi quel che costi.
Lo stesso interesse così cinico e spietato di chi è disposto a causare una recessione ingiusta ed inutile, con il pretesto dell'austerità e con l'obiettivo neppure celato di piegare le volontà dei cittadini alla richiesta di "cessioni di sovranità".
Richiesta annunciata e perseguita sistematicamente da un governo di tecnocrati che stanno attuando la peggiore delle rivoluzioni antidemocratiche, che stanno cambiando la Costituzione senza che ne venga data ampia notizia al Paese, senza reale dibattito in parlamento. Stravolgono le regole della democrazia conquistata con fatica e sofferenze. Azione sostenuta da una classe politica dirigente asservita, ottusa, incompetente, che esegue senza capire.. perché ha interesse a non capire.
Complici. Consapevoli o meno, sinceramente non fa differenza: colpevoli. Politicamente colpevoli, senza appello!
Degli stessi interessi che oggi spargono sangue senza pietà e senza apparente ragione per indurre le stesse reazioni.
Chi è scontento dell'oggi e teme il domani, è disposto a barattare la libertà e la democrazia con la speranza della sicurezza, con il bisogno di pace.
Ma può esistere pace senza democrazia?
Guai a perdere la testa. 
Guai ad accettare o a desiderare reazioni speciali, norme speciali, misure speciali. Chi le offrirà, chiunque le chieda, non può essere in buona fede.
Resistere, come i nostri padri e i nostri nonni hanno resistito alle dittature - da qualunque parte provengano - perché la Democrazia è un bene troppo prezioso per farcelo strappare di mano.
Questo movimento può e deve diventare un baluardo contro quanti tenteranno di chiedere misure speciali. Riferimento di chiunque creda fermamente nel valore fondamentale della legalità, della libertà, della democrazia.
E' inevitabile la reazione istintiva. Cresce la possibilità di eventi destabilizzanti. Diamolo per scontato.
Questo è il momento in cui dovremo dimostrare tutta la nostra fermezza e maturità, superando generosamente ogni divisione e guardare dritto alla meta: o costruiamo in fretta una proposta seria, democratica, credibile, ampia.. o saremo travolti dagli eventi.
Ferma come non mai la barra della democrazia, il bisogno di partecipazione e di coinvolgimento dei cittadini. Un bisogno enorme al quale dobbiamo offrire immediata risposta.
Il 27 maggio usciamo dall'assemblea con le idee chiare su come è costituita l'organizzazione centrale. 
Mercoledì mettiamo a punto le proposte sul tappeto e arriviamo decisamente ad una soluzione ragionevole e condivisa. se sarà necessario, ricorreremo al voto fra alternative sul tappeto, da fare in assemblea e sul sito. 
Dobbiamo poi dare indicazioni precise per le organizzazioni territoriali, perché è nell'incontro sul territorio che si vince la sfida. Incontriamoci, senza riserve, con tutti quelli in buona fede. Sul territorio ci si conosce, ci si confronta più facilmente. Intrepretiamo con intelligenza e apertura i paletti, guardando alla sostanza delle cose e non alla forma. Definiamo infine come scegliere nome e simbolo: dobbiamo diventare rapidamente visibili e riconoscibili.
Subito dopo il 27, dobbiamo lanciare - tutti insieme - una grande sfida per l'autunno: un evento nazionale interamente dedicato ai cittadini, tutti, tanti, tantissimi, per offrire loro il riparo accogliente di una struttura concepita per realizzare un modello sociale basato sui valori che sicuramente tutti noi condividiamo di giustizia, libertà, legalità, sostenibilità sociale economica ed ambientale.
Per l'8 settembre, data simbolica, ad evocare la nostra determinazione a resistere a qualsiasi dittatura ci vogliano imporre, finanziaria o populista che sia!
Con un lenzuolo bianco, come suggerito da Davide, tempo fa, e da Claudio, oggi su facebook: vessillo del nostro candore e del rifiuto di farci strumentalizzare da qualsiasi colore.
Usiamo tutto il nostro buon senso, le nostre energie, la nostra disponibilità, la nostra umiltà, le nostre competenze.
Se ci lasciamo abbattere dalle diffidenze, ci perderemo per strada. E lo porteremmo sulla coscienza. Superiamole con generosità le paure, le tentazioni di leaderismo e verticismo, le diffidenze reciproche. 
Dobbiamo scendere per le strade e nelle piazze, ma guai a farlo in segno di protesta: non cercano altro che un pretesto.
Dobbiamo portarci le nostre proposte, in mezzo ai cittadini, pacificamente democraticamente ed ordinatamente. Quelle che avremo saputo elaborare, selezionare, condividere. Le dobbiamo portare nelle strade per far capire che dietro i valori che condividiamo, esiste la possibilità concreta di un mondo migliore, umano, sostenibile.
Per l'8 settembre, dobbiamo aver elaborato e condiviso le principali proposte che qualifichino il nostro movimento come l'unica alternativa seria, democratica, capace di dare risposte alle domande sempre più angosciate dei cittadini italiani, e non solo.
Se crediamo in noi, e nel percorso intrapreso, diventeremo, tutti insieme, invincibili.

  Guido Grossi




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