domenica 29 gennaio 2012

La disoccupazione cronica degli over40: un male sociale in aumento e trascurato.

Scrive Giuseppe Zaffarano, Presidente dell'Associazione Lavoro Over 40:
"L'Associazione Lavoro Over 40 da me presieduta, esprime disappunto, e lo dimostra con i dati, per non aver tenuto minimamente in conto, nelle ultime manovre varate dal governo (anche la ultima sulle liberalizzazioni e già ci sono anche i sentori per la prossima riforma del lavoro), il drammatico problema dei lavoratori Over 40 espulsi dal mondo del lavoro e con difficoltà al reinserimento." ( Leggi tutto)
Vi posto di seguito il link della lettera inviata il 23 gennaio scorso da Zaffarano al Ministro del Lavoro Elsa Fornero: http://affaritaliani.libero.it/static/upload/over/over40disoccupati_precari-def.pdf.

Già, siamo davvero messi bene, in Italia: da una parte i giovani che incontrano serie difficoltà a inserirsi nel mondo del lavoro e dall'altra persone in età più matura, che potrebbero essere i genitori dei giovani di cui sopra, che se perdono il posto rischiano di non rientrare più nel circuito lavorativo.
Ma cosa succederà, dove andremo a finire se fenomeni come questo non verranno affrontati per tempo, se non si penseranno delle soluzioni valide alla deprivazione economica e psicologica di milioni di persone?
Lo so, a te che leggi queste righe e sei un giovane studente universitario tutto sommato contento della sua vita, una mamma abbastanza soddisfatta della tua famiglia e del tuo part time in ufficio o un bancario cinquantenne che da quasi trent'anni ormai non ha più il pensiero di cercare un lavoro, tutto questo sembra una cosa lontana e che non ti riguarda ma questo lo hanno pensato anche tanti altri che poi si sono ritrovati a fare i conti con una realtà ben diversa.
Lo pensava, in fondo, anche il protagonista delle righe che seguono, prima di perdere il posto di lavoro.

Fa freddo, nella cucina della vecchia casa. Fa freddo e la legna per la stufa domani sarà finita. Speriamo che la ditta ci lasci portare via quei bancali ormai inservibili: se sono fortunato, Mario mi presterà la motosega e potrò farli a pezzi senza doverli tagliare con il segaccio, come l'ultima volta. Già, Mario: mi doveva chiamare oggi, per dirmi com'è andato quel colloquio di lavoro...speriamo bene, almeno per lui, almeno per uno. Almeno io non ho famiglia, non ho due bambini a cui provvedere. Strano che non si sia fatto sentire. Lo chiamerei io, ma non posso spendermi tutto il credito del cellulare: non ho mai fatto così tante telefonate come in questi ultimi sei mesi, per cercare lavoro, senza mai trovare altro che qualche oretta o qualche giorno, quasi sempre a nero.
Mi metto su un caffè, anche se è tardi: del resto, chi riesce a dormire prima della mezzanotte. I pensieri non vogliono darmi tregua. Accidenti, anche il caffè è quasi terminato: prima di venerdì niente soldi per la spesa, sempre che il vecchio Giuseppe mi paghi quei due giorni di lavoro che ho fatto per lui e suo figlio quasi due settimane fa. Tra poco ci sarà da pagare la bolletta della luce e anche la bombola del gas per i fornelli, se non voglio continuare a cucinare sulla stufa a legna...e i soldi non bastano, i soldi che forse avrò venerdì.
Almeno qualcuno rispondesse a una delle centinaia di domande di lavoro che ho inoltrato: mai niente.
Cercherò di vendere i mobili e i soprammobili che ho accumulato nel ripostiglio: rimetterò l'inserzione domani.
Se continua così, scriverò a quel locale italiano in Germania che cercava personale: sono fuori età, lo so, ma tentare non nuoce... e poi, che alternativa ho? ipotecarmi la casa per ottenere un prestito dalla banca?
Cristo, sto diventando matto! ma cosa succede, non c'è più lavoro in 'sto Paese? mi era già capitato di rimanere disoccupato, anni fa, ma se ti davi da fare qualcosa trovavi sempre. In realtà, molti che si dicevano disoccupati se la prendevano comoda, cercavano senza fretta un "lavoro consono": adesso, invece, altro che "consono", qua è già un miracolo se si trova un lavoro come quello che ho fatto per due settimane quasi tre mesi fa. Un lavoro infame, con un contratto ai limiti della legalità, pagato una miseria, squallido e faticoso, a fianco di altri disperati, con un capo ignorante come una capra che urlava sempre...solo il pensiero del carcere e la volontà di non passare dalla parte del torto mi hanno impedito di aspettarlo fuori, la sera, e di mostrargli quanto valeva la sua autorità fuori da quella fogna.
E adesso, a dormire. Sotto le coperte fa meno freddo e devo risparmiare la legna.

Piaciuto, il quadretto? era l'inverno del 2009 e il protagonista era chi scrive.
Per ulteriori ragguagli cliccate qui.
A fronte di tutto questo, uno deve sentirsi dire che purtroppo è inevitabile, che sono tempi di crisi e che quindi un periodo di disoccupazione anche prolungato è quasi "fisiologico".
Questo nel mentre vengono buttate dalla finestra per ogni sorta di schifezze cifre incredibili di denaro pubblico e si tutelano ad oltranza intere categorie di garantiti.
Questo anche col beneplacito di milioni di imbelli incapaci di libero pensiero e di un benché minimo senso della propria dignità sociale e personale, che con il loro silenzio e la loro ignavia giustificano questo sconcio.
Quindi, anche tu donna, uomo o ragazzo che leggi queste righe, anche se ora, in questo momento sei lontana/o anni luce da situazioni come quelle sopra descritte, non crederti un'eccezione, un alieno a cui tutto questo non interessa, perché tanto a me non succederà mai: purtroppo può accadere anche a te, anche a tuo figlio, anche a tua madre o a tuo padre.
Allora, non restiamo a guardare: ora, subito cominciamo ad agire per frenare quest'ondata che potrebbe travolgere tanti fra noi.
Ci sono tanti modi per farlo: uno può anche essere semplicemente mettersi in contatto con noi di Qui Libera Italia per conoscerci, confrontarci ed eventualmente unirci in previsione delle azioni contro la disoccupazione e la precarietà lavorativa che il nostro gruppo metterà in campo nei prossimi mesi. 
Scriveteci a perilfuturo@libero.it e assieme stabiliremo il da farsi.
Vi aspettiamo.

Renato Valusso


venerdì 27 gennaio 2012

L'APPROVAZIONE DEL FINANCIAL TIMES E I DUBBI DI UN CITTADINO DEMOCRATICO

Possiamo sentirci finalmente tutti di nuovo orgogliosi di essere Italiani!
Il mondo finanziario anglosassone ci racconta sul Financial Times che punta su Mario Monti e Mario Draghi come ultima possibilità di salvare il progetto europeo.
Naturalmente, dovrebbe far riflettere la circostanza che quel mondo è il principale sostenitore della finanza internazionale. Vive di quelle transazioni.
Oltre al legittimo orgoglio, è venuto il tempo di vera gioia per molti. Gioisca chi ritiene che una maggiore libertà e altre copiose risorse concesse al grande capitale finanziario internazionale rappresentino il modo migliore per garantire anche prosperità per tutti e pace sociale.
Per altri, convinti che siano proprio quelle eccessive libertà all'origine dei nostri guai; causa delle crescenti tensioni sociali, diseguaglianze devastanti e intollerabile povertà; dell'indebolimento progressivo della classe media; del malessere che attraversa il mondo del lavoro e della produzione nell'economia reale; della sistematica opera di rapina e incosciente devastazione dell'ambiente che ci ospita; dell'indebolimento drammatico delle istituzioni democratiche... è tempo di alzare la voce. Svelare l'inganno.
Per coloro, tanti, che si interrogano e cominciano a nutrire dubbi, è tempo di difendersi dagli istinti e dalle paure: è tempo di studiare, di confrontarsi, di non accettare frasi fatte, assiomi indimostrati. Si sforzino di verificare e capire come e se sia possibile che maggiori tasse e tagli alla spesa possano portare benessere. Come e se i licenziamenti siano compatibili con la giustizia sociale e la crescita economica. Come e se è vero che liberalizzazioni, privatizzazioni, competizione non regolata possano creare ricchezza. O, meglio, come e per chi, creano ricchezza. Si domandino perché e se è accettabile che ai cittadini vengano chiesti sacrifici in nome del rigore mentre alla BCE è concesso erogare risorse illimitate ad un sistema bancario che ha bruciato sui mercati finanziari i risparmi raccolti dalle famiglie. A loro insaputa. Arricchendo smisuratamente pochi, con danno per tutti. 
E' tempo di capire se è vero o è falso che molte delle persone che oggi in Italia e in Europa guidano il carro, appartengano o meno ad associazioni non trasparenti di stampo massonico, rispondano ad interessi non dichiarati. Il dubbio, non è tollerabile. Negare l'esistenza del dubbio, è irresponsabile.
Nessuno ha il diritto di ignorare il rischio elevato verso il quale possiamo precipitare. Il dolore sociale, le ineguaglianze, le ingiustizie, i privilegi, la corruzione, l'arroganza dei ricchi e dei potenti, sono tutti elementi di una miscela esplosiva che - la storia impietosamente ci insegna - sono facilmente fomentati, strumentalizzati e sfruttati da gente senza scrupoli.
L'Europa che ci sta a cuore è un posto dove la voce democratica dei cittadini deve prevalere sugli interessi egoistici e perversi del grande capitale finanziario. Dove l’interesse irrinunciabile alla solidarietà, alla sostenibilità non solo economica ma anche - e prima - sociale e ambientale, siano pietre angolari sulle quali fondare il patto sociale.
Per tutti, è tempo di scelte. Consapevoli e responsabili.

Guido Grossi

mercoledì 25 gennaio 2012

QUI COMINCIA L'AVVENTURA : CHI SIAMO

Cari Amici, benvenuti su Qui Libera Italia, un blog di informazione e di impegno sorto per favorire la crescita di un vero sentimento democratico fra la gente e per provare a gettare assieme le basi per un futuro più sereno e libero per tutti.
Innanzitutto, lo staff si presenta:

Renato Valusso
Lavoratore autodidatta, ha inseguito per anni il sogno di una società più libera e giusta, dove il diritto e il dovere del singolo siano il diritto e il dovere di tutti e in cui la democrazia sia norma di vita e non soltanto una parola, finchè ha capito che un valore diventa veramente tale solo se ci si impegna e si lotta per farlo comprendere e amare.
Non c'è amore nell'oppressione e non c'è pace senza impegno.


Lorella Presotto
53 anni, studi linguistici, di scienze sociali e di scienze giuridiche. 
Mi considero un’UMANISTA, la mia attenzione é sempre stata rivolta all’uomo e alla sua evoluzione nella società. 
Sul lato professionale ho acquisito esperienze in società  multinazionali, nei settori acquisizione, marketing, strategie e pianificazione, turn-key projects. Poi mi sono dedicata al  terzo settore e   ho dato vita a due associazioni di volontariato  e ad una fondazione per la ricerca. 
Attualmente esercito la libera professione, sono contitolare di uno studio giuridico-commerciale che si occupa prettamente di contrattualistica e conciliazioni creditizie. La scelta dell’attività e del settore é stata fortemente motivata dalla mia formazione umanistica: perseguo l’obiettivo di mettere d’accordo due parti in litis,  senza che queste debbano ricorrere alla sentenza del Tribunale.
Ho sempre considerato la politica come l’esercizio di diritti e doveri, e soprattutto quell’ arte della vita,  che alla vita stessa e alle istanze  delle persone e del territorio si deve conformare.
Nella mia valutazione di un programma o di un movimento ho sempre cercato l’interesse generale, non amo le corporazioni, anzi le ritengo socialmente dannose,  perché  portatrici di conflitti sociali.
Cartesio affermava “il dottore non si deve inorgoglire del proprio sapere, perché per tutto ciò che non attiene alla sua disciplina, egli nella società dipende continuamente dagli altri”. Nessun uomo basta a sé stesso, siamo tutti parte di un cerchio vitale in cui ognuno deve dare il meglio di sé, mettere la propria abilità al servizio degli altri. A volte quando mi capita di passare davanti alla bottega di un artigiano mi fermo abbagliata ad osservare gli oggetti che abili mani hanno saputo creare, abilità che io so perfettamente di non possedere. 
La nostra attenzione deve ritornare al valore delle persone, del lavoro, della vita, della nostra terra, tutto il resto é solo un contorno.
Su questi valori ho fondato la mia esistenza. Questi sono i valori che ho trasmesso a mio figlio, e che spero, lui un giorno, trasmetterà ai suoi figli. 
Disprezzo l’uso illegittimo delle regole ,  la costruzione di norme prefabbricate, l’indifferenza verso gli anziani e i diversamente abili.  Mi vergogno del continuo vilipendio alla Costituzione.
Mi batto per un’informazione reale e consapevole,  e  per una società senza colori, dove regnino pace, serena convivenza, giustizia, libertà, equità, dignità, etica.


Anna Facchini
Mamma di 46 anni, laureata in Economia Aziendale, imprenditrice. Un po' di sinistra, ma non più di tanto, sicuramente molto convinta che il nostro futuro ce lo giochiamo in termini di decrescita, una recente teoria economica che ci avverte molto chiaramente: la modernità è prossima ad una soglia di crisi, la crescita continua dei consumi non si accompagna più, come in  passato, all'aumento del benessere e della libertà. Bisogna invertire la rotta e ricercare tempo di qualità, autonomia e valorizzare le relazioni sociali.
Questo Anna Facchini lo fa, nel suo piccolo, per davvero: nel suo Mamadiscout (www.mamadiscout.it ) , un negozio che vende vestiti, giocattoli e tutto quello che riguarda il mondo dei bimbi da 0 a 12 anni ma tutto di seconda mano.

Guido Grossi
Mio nonno parlava con i fiori. Sarà per questo, forse, che dopo una laurea in giurisprudenza e venticinque anni in banca, ho scelto, infine, di fare il coltivatore diretto. 
Per ritrovare quel contatto con la natura di cui ho portato sempre il bisogno nel cuore.
Ogni cosa ha lasciato il suo segno. Lʼeducazione familiare. Sana, amorevole ma severa. 
Eʼ li che affondano i principi prima abbandonati poi riscoperti e rielaborati ai quali mi appello nei frequenti momenti di incertezza.
Gli studi giuridici. Da sempre vissuti più con lʼintento di capire come gli uomini abbiano 
scelto di dare struttura alla propria civile convivenza, piuttosto che come sbocco 
professionale. Così i due anni da esercitatore nelle cattedre di Diritto Amministrativo alla Sapienza di Roma.
Entrato in banca per via della buona votazione di laurea ed il consiglio di un conoscente.. un percorso selezionato, mentre fai i concorsi.. poi scegli di andartene...
Venticinque anni. Non avrei mai creduto. Grandi soddisfazioni. E grandi dubbi. Dopo un paio dʼanni di ambientamento mi ritrovo in finanza, in sala cambi a negoziare, per conto della banca, cifre astronomiche sui mercati delle valute. E poi la tesoreria, i titoli, gli strumenti derivati, fino agli hedge funds.
Dalla banca Istituto di Credito di Diritto Pubblico, intrisa di senso dello Stato, piano piano, alla banca privata. Dove lʼunica cosa che conta, diviene il budget, il risultato economico. 
Al di sopra del rispetto del cliente e prima della funzione di interesse pubblico. Dove la finanza si insinua, di liberalizzazione in liberalizzazione, e diviene fonte alternativa di profitto, sempre più importante.

Risultati, fra alti e bassi, ne ho sempre conseguiti di rilievo. Sarà per questo che, 
nonostante un carattere “pesante” e lʼabitudine a rappresentare piuttosto francamente il mio pensiero, mi sono ritrovato a ricoprire crescenti responsabilità. Fino a trovarmi a capo della struttura centrale dei Mercati Finanziari, responsabile della Tesoreria della banca, delle attività in cambi, in titoli obbligazionari, titoli azionari, strumenti derivati, responsabile del portafoglio di investimenti della banca e delle attività di intermediazione, in Italia ed allʼestero (Americhe, Europa, Asia). Membro del Comitato Rischi. Vice presidente dellʼassociazione italiana dei tesorieri e degli operatori in cambi, membro del consiglio di amministrazione di una società mercato, membro del gruppo di contatto presso la banca centrale.
Privatizzazioni, liberalizzazioni, commistione negli stessi soggetti fra credito e finanza e la crescente complessità ed oscurità della finanza hanno stravolto il sistema. Tutte cose che, secondo il mio modo di vedere, credo lo abbiano avvelenato, compromettendo sempre più la funzione fondamentale del credito. Conseguentemente, la corretta allocazione delle risorse.

Eʼ così che il crescente malessere nel convivere con un ambiente sempre meno 
congeniale, si è rapidamente sposato qualche anno fa, nel momento in cui la banca è stata acquistata da una banca più grande, con lʼinteresse del nuovo padrone ad avere figure di propria fiducia nei posti di responsabilità.
Ho accettato un incentivo allʼesodo, ho messo a reddito una proprietà in campagna nel comune di Spoleto, dove ho aperto un agriturismo e faccio il coltivatore diretto.
E qui resterei tranquillo, ad accogliere i miei ospiti, se non fosse per il fatto che i drastici cambiamenti cui assistiamo in questi mesi nellʼeconomia e nella struttura della società, stanno rendendo la cosa sempre più ardua ed antieconomica.
Ho molti dubbi su quello che sta avvenendo, sui modi e sui tempi. Dubbi sulla sua utilità e sostenibilità, dal punto di vista ambientale, economico e sociale.
Ho molta esperienza, ma nessuna verità. Il mio lavoro mi ha obbligato a leggere e a 
sforzarmi di ben interpretare - tutti i giorni dellʼanno, a pranzo cena e colazione - analisi di mercato e sulle economie dei principali paesi nel mondo scritte dalle migliori teste del pianeta. Teste selezionate e profumatamente pagate dalle più grosse società di investimento mondiali non certo per elaborare astratte ed inutili teorie. Ma analisi molto concrete, volte a capire nella maniera più corretta possibile la realtà circostante, con il preciso intento di poter meglio immaginare come potrà evolvere fra poche ore, fra pochi giorni o fra qualche anno. Per rendere proficui gli investimenti miliardari che seguiranno a quelle interpretazioni.
Ho letto e leggo molto, e di tutto. Dal National Geografic a Scienze allʼEconomist. Romanzi e saggi di vario genere. Ho frequentato corsi di agricoltura biodinamica, di foggiatura e decorazione ceramica, di potatura degli olivi, corsi manageriali di vario tipo.
Ora scrivo. Per risolvere, insieme ai lettori, questi dubbi. Per cercare alternative 
ragionevoli. Penso che ci meritiamo un mondo migliore di questo anti democratico e contrario al naturale bisogno di solidarietà cui aspirano gli esseri umani, verso il quale ci stanno spingendo a tappe forzate neoliberismo, consumismo ed un capitalismo che non è più quello che doveva essere, dove la proprietà dei mezzi della produzione non appartiene più ad un padrone che ne possa assumere la responsabilità.
Se non capiamo insieme come funziona, temo che ne resteremo schiavi.



Marco Londero ( Webrond )
Nato a Udine nel 1960 risiede dal 2009 a Frisanco (Pn). Dal 2009 è anche disoccupato; è stato invece 'occupato' dal 1978! Di educazione cattolica, antirazzista ed antifascista, si convince presto della sua agnosticità mentre politicamente si avvicina fin dai primi anni al gruppo udinese di Lotta Continua, abbandonandolo subito dopo il 1980, quando si associano elementi stalinisti di cui non condivide gli ideali; dal 1984 al 1996 ha vissuto all'estero, soprattutto Germania, ma ha lavorato anche in Inghilterra, Olanda e Austria.
Attualmente, gestisce alcuni siti web:http://webrond.net/   (website di rappresentanza per il lavoro con il quale riesce a tirare avanti); http://cultcorner.info/ (blogzine d'arte e controinformazione); http://valcolverart.org/ (dedicato agli eventi ed agli artisti che ospita la Val Colvera (PN), dove risiede). 

Ecco, questi siamo noi e assieme a tutti voi ci accingiamo a iniziare questo nuovo ed emozionante viaggio.
A presto

Renato Valusso